13 aprile 2012

13 aprile 1769 - L'esploratore James Cook scopre Tahiti
























(Marton, 27 ottobre 1728 – Hawaii, 14 febbraio 1779)

In dieci anni di rocambolesche spedizioni, rivoluzionò la visione europea del Pacifico, ingigantì l’impero inglese e il ruolo della Marina britannica in un periodo storico in cui il dominio dei mari rappresentava non solo un traguardo di prestigio, ma anche la conquista di nuovi paradisi commerciali. Incredibile storia quella del capitano James Cook, figlio umile dell’Inghilterra settecentesca, apprendista in un magazzino di tessuti nello Yorkshire, diventato uno dei più grandi esploratori, cartografi e navigatori della storia. Dai mari gelidi di Terranova, a quelli infidi attorno alla Patagonia e alla Terra del Fuoco, fino ai dolci mari del sud e della Polinesia, Cook, a bordo dei vascelli della Royal Navy, scoprirà ricche terre ignote e rotte sconosciute, documentate giorno dopo giorno, onda dopo onda. Avventure estreme, tra cui lo storico approdo del 13 aprile 1769 a Tahiti, tappa di un’importante rilevazione astronomica, ma narrata, nei suoi Diari di bordo, come l’isola magica, animata dalla sensualità delle donne tahitiane. Stregato dalle meraviglie del Pacifico, Cook, finirà in modo beffardo. Accoltellato dagli indigeni in un suo ultimo viaggio alle Hawaii, e, si dice, divorato post mortem.

di Giovanna Gabrielli

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