28 febbraio 2012

29 febbraio - Il motivo dell'anno bisestile

















Un anno che ha il 29 febbraio è, per definizione, un anno bisestile. Nel calendario gregoriano, questa data cade negli anni divisibili per quattro (ad esempio, 1992, 1996, 2004 o 2008), ma non in quelli divisibili per cento (1800, 1900), a meno che non siano divisibili per quattrocento (ovvero il 2000 è stato bisestile). Nel precedente calendario giuliano la regola era più semplice: avevano il 29 febbraio tutti gli anni divisibili per quattro.

L'anno bisestile è la soluzione a un problema che ha sempre fatto scervellare gli astronomi, ossia lo "scollamento" fra anno solare e anno civile. Quest'ultimo, di 365 giorni, non è esattamente uguale all'anno solare, che misura 365 giorni, 5h, 48m, 45s.
Se l'anno civile non andasse di pari passo con l'anno solare, si avrebbe uno spostamento delle stagioni nell'arco dell'anno. L'equinozio di primavera potrebbe finire per scivolare, col tempo, dal 21 marzo verso aprile, poi a maggio, a giugno, ecc.

Un problema, per una società che si basa sull'agricoltura e sui cicli delle stagioni!

Il ritardo dell'anno civile che si accumula ogni anno su quello solare ci porta, così, alla soluzione di avere nel calendario un giorno in più ogni quattro anni!

Per le persone nate in questo giorno la data di celebrazione del compleanno nei tre anni non bisestili tra un 29 febbraio e l'altro è problematica: chi considera il giorno successivo al 28 febbraio lo celebra il 1º marzo, chi invece lo intende l'ultimo giorno di febbraio lo celebra il 28. Il disagio di chi compie gli anni il 29 febbraio è posto al centro del Poema bissexto del poeta brasiliano Pedro Nava (1903 — 1984): in quest'opera l'angoscia dell'attesa di un "non-compleanno" che non verrà è presa a simbolo delle attese tradite del suo paese.

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