21 dicembre 2014

22 dicembre 1988 - Viene ucciso il sindacalista brasiliano Chico Mendes

























Chico Mendes, nome completo Francisco Alves Mendes Filho (Xapuri, 15 dicembre 1944 – Xapuri, 22 dicembre 1988)

E' stato un sindacalista, politico e ambientalista brasiliano.

Raccoglitore di caucciù (seringueiro), è stato Segretario generale del Sindacato dei lavoratori rurali di Brasiléia (Sindicato dos Trabalhadores Rurais) dal 1975 e promotore della nascita del sindacato a Xapuri (1976), lega il proprio nome alla lotta contro il disboscamento della foresta amazzonica, condotta dai contadini con metodi assembleari ed utilizzando con successo la pratica dell'empate ("impedimento, stallo"). Nel 1978 è eletto vice presidente del consiglio comunale a Xapuri (l'anno seguente è presidente). Tende a trasformare il consiglio (Câmara Municipal) in un'assemblea permanente in cui partecipano tutte le componenti politiche, sociali e religiose della città, non ricevendo l'appoggio delle formazioni politiche ufficiali, incluso il proprio partito, il Movimento Democrático Brasileiro (MDB).

Viene pubblicamente minacciato dai possidenti della zona e cominciano le repressioni violente degli empates, che perdono l'efficacia iniziale, e le carcerazioni extragiudiziali di centinaia di contadini per tutto il decennio successivo; in quest'anno anche Chico Mendes viene arrestato e torturato. Il sindacato dei lavoratori rurali conosce però una forte espansione diventando il maggiore dello stato di Acre. Dal 1979 con Lula, Josè Ibrahim e altri partecipa alle assemblee che porteranno alla nascita nel 1980 del Partido dos Trabalhadores (PT, Partito dei Lavoratori), un organismo che darà appoggio politico alle rivendicazioni della CUT, la federazione sindacale generale di cui faceva parte il sindacato dei lavoratori rurali.

Il 22 dicembre 1988 viene ucciso davanti alla porta di casa dai fratelli Alves da Silva, precedenti proprietari del seringal Cachoeira. Riguardo all'arresto dell'assassino e dei mandanti: nonostante fossero ben noti, furono considerati fuori dalla portata giudiziaria per le loro connessioni politiche e il loro potere economico. Forti pressioni nazionali ed internazionali riuscirono a far arrivare il caso in tribunale.

Nel dicembre del 1990, Darly Alves da Silva, proprietario terriero e allevatore locale, con il quale Chico si era scontrato più volte per l'ottenimento del titolo di "reservas extractivistas" per la sua regione, ricevette una condanna a 19 anni di prigione per essere stato il mandante dell'omicidio; suo figlio, Darci, ricevette la stessa condanna per esserne stato l'esecutore materiale.

L'entusiasmo iniziale fu molto, sia a livello internazionale e mediatico che regionale, ma non appena i media spostarono i loro riflettori, gli omicidi continuarono. Dagli ultimi anni del Settanta, delle centinaia di omicidi di capi sindacali che protestavano per i diritti della terra, l'unico per cui si investigò e che portò ad una condanna fu quello di Chico Mendes. La condanna a Darly Alves da Silva fu annullata nel febbraio del 1992 a Rio Branco dalla corte d'appello statale.

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