Una gita a Valencia per assistere alle Fallas finita in una strage: 13 studentesse del programma Erasmus, fra le quali 7 italiane, sono rimaste uccise nello schianto mortale dell'autobus sul quale rientravano a Barcellona. L'incidente è avvenuto sulla nazionale AP-7, all'altezza di Freginals, in Catalogna. Giovani vite spezzate. Le vittime tutte fra i 20 e i 29 anni. In 57 erano a bordo, 34 i feriti, 3 in stato critico, 9 gravi. Sono stati smistati in cinque ospedali di Barcellona, Tarragona, Castellon e Tortona, dove, all'Hotel Corona è stato allestito un centro di accoglienza delle famiglie e degli studenti sopravvissuti e sotto choc, assistiti da una cinquantina di psicologi e infermieri della Croce Rossa.
Due gru dei vigili del fuoco hanno lavorato ore per districare le lamiere e consentire il recupero dei corpi delle vittime. Mobilitati 17 medici forensi per l'identificazione dei corpi, che è stata possibile solo incrociando il dna con quelli dei familiari condotti a Tortosa. I nostri connazionali assistiti dal console italiano a Barcellona. Ma solo in serata, la tragica conferma della Farnesina che sette studentesse italiane avevano perduto la vita. Con il messaggio di cordoglio via twitter del premier Renzi alle famiglie: «Ho il cuore spezzato per le vittime italiane e per le altre giovani vite distrutte nell'incidente in Spagna». L'autista, 47 anni, risultato negativo ai test di alcol e droga e interrogato ieri dalla polizia, comparirà oggi davanti al magistrato di Amposta, imputato di 13 omicidi colposi. «Ha 30 anni di esperienza alla guida e non ha mai avuto un incidente», assicurano i colleghi. «Una scena da brivido, dantesca», ricorda il sindaco di Freginals, fra i primi ad accorrere sul luogo dello schianto, avvenuto «al maledetto km 333, un “punto nero” di particolare pericolosità». Proprio sabato, l'ultimo blocco stradale degli abitanti nella zona per segnalare i rischi provocati dal pessimo stato viario di quel tratto della nazionale AP-7.
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