17 novembre 2010
18 novembre 1978 - Il reverendo Jim Jones ordina il suicidio di massa
Messo sotto accusa da più parti, Jones si accordò segretamente con il governo della Guyana per ottenere alcuni lotti di terreno nella giungla. Nell'estate del 1977, più di mille persone si trasferirono con un ponte aereo di cargo e voli charter nella nuova "terra promessa" di Jonestown, voluta e creata dal "reverendo" in mezzo alla fitta vegetazione e isolata dal mondo esterno. Jones scelse quel posto perché lo riteneva luogo ideale per pregare e salvarsi da un olocausto nucleare.
Nel 1978 il deputato del Congresso Leo Ryan si recò in visita a Jonestown assieme ad un gruppo di giornalisti per verificare cosa accadesse nella comunità; durante la sua permanenza, ricevette un biglietto di richiesta d'aiuto e denuncia per le condizioni di schiavitù in seno alla comunità. Ma le guardie del corpo di Jones scoprirono il tradimento e uccisero a colpi di mitra il deputato e la sua scorta vicino all'aereo prima del decollo.
Il 18 novembre 1978, il reverendo annunciò alla comunità che "per difendersi dall'invasione del Male" tutti i fedeli del Tempio del popolo avrebbero dovuto uccidersi e fece distribuire un cocktail di Flavor Aid al cianuro. Il reverendo venne trovato morto con un colpo di proiettile alla testa; attorno a lui giacevano i corpi di 909 persone. I sopravvissuti del People's Temple furono 127, tra cui il figlio di Jones.
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