12 gennaio 2011
13 gennaio 1953 - Il maresciallo Tito diventa Presidente della Yugoslavia
Josip Broz, più conosciuto con il nome di battaglia di Tito
[Kumrovec, 7 maggio 1892 – Lubiana, 4 maggio 1980]
tato un politico jugoslavo, a capo della Repubblica Jugoslava dalla fine della seconda guerra mondiale sino alla morte.
Durante la seconda guerra mondiale, Tito organizzò il movimento antifascista della Resistenza jugoslava. Alla sua leadership viene imputata la responsabilità dei massacri che nell'immediata fine della seconda guerra mondiale colpirono i collaborazionisti degli occupatori dell'Asse e le loro famiglie, nonché una serie di oppositori politici. In questo quadro si imputano a Tito anche i massacri delle foibe e l'esodo istriano. Tito fu uno dei membri fondatori del Cominform[1]; ma resistette all'influenza sovietica e divenne uno dei maggiori promotori del Movimento dei Non-Allineati.
Il 26 giugno 1950 l'Assemblea Nazionale jugoslava approvò una legge cruciale, scritta da Tito e Milovan Đilas, sull'autogestione (samoupravljanje): un tipo indipendente di socialismo che sperimentò la condivisione dei profitti tra gli operai nelle industrie controllate dallo stato. Il 13 gennaio 1953, la legge sull'autogestione venne posta a base dell'intero ordine sociale in Jugoslavia.
Tito successe inoltre a Ivan Ribar come Presidente della Jugoslavia il 13 gennaio 1953.
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