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Pietro Nenni (Faenza, 9 febbraio 1891 – Roma, 1º gennaio 1980)
E' stato un politico, giornalista e scrittore italiano, leader storico del Partito Socialista Italiano.
Nacque il 9 febbraio 1891 a Faenza, in provincia di Ravenna, da una modesta ed umile famiglia: i genitori Giuseppe e Angela Castellani erano entrambi a servizio dei conti Ginnasi e rimase orfano di padre in giovane età (1896). Per interessamento della contessa Ginnasi che voleva farlo diventare prete, la madre riuscì a farlo accogliere nell'orfanotrofio "Maschi Opera Pia Cattani", dove mostrò subito il suo temperamento ribelle scrivendo nei corridoi del collegio Viva Bresci dopo il regicidio di Umberto I.
Alle elezioni del Presidente della Repubblica del 1964, Nenni fu il candidato presentato dal suo partito a partire dal 10º scrutinio. Nel 13º scrutinio fu votato anche dai parlamentari del PCI e del PSDI, fino a raggiungere il tetto di 385 voti al 20° (il quorum richiesto per l'elezione era 482). Ma, già al 18º scrutinio, democristiani e socialdemocratici si erano orientati a sostenere Giuseppe Saragat - che sarà poi eletto - e Nenni ritenne opportuno rinunciare alla candidatura. Alle successive elezioni del 1971, la candidatura Nenni fu opposta dalle sinistre a quella di Giovanni Leone al 22º scrutinio, ma risultò soccombente.
Nel frattempo, le elezioni politiche del 1968 risultarono una sconfitta per il Partito Socialista Unificato che, complessivamente, perdette 29 seggi alla Camera. Le correnti massimaliste del partito tornarono a reclamare una strategia volta a riassorbire i consensi perduti a sinistra, determinando una sempre maggior inquietudine tra gli ex-socialdemocratici. Nel luglio 1969, Nenni tentò in extremis di salvare l'unificazione, presentando una mozione "autonomista", che fu sconfitta dalla linea massimalista di De Martino. Immediatamente si consumò una seconda scissione socialdemocratica, questa volta irreversibile.
Nel 1970, Nenni venne nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, ma rimase comunque presidente onorario del partito. La sua ultima grande campagna fu quella per il riconoscimento legale del divorzio, la cui prima proposta di legge nel Parlamento repubblicano era stata presentata dalla figlia Giuliana, all'epoca senatrice.
Come raccontato nel libro Un uomo di Oriana Fallaci, Nenni fu una delle tre persone che incontrarono Alexandros Panagulis al suo arrivo in Italia (1973).
La disillusione per molte delle speranze infrante del centro-sinistra - ma anche la difficoltà di riconoscersi nelle mutate condizioni sociali e politiche del Paese - lo portò al "periodo triste", caratterizzato dalla sconfitta della linea autonomista che portò alla segreteria De Martino. A tale linea però rimase sempre fedele e, quando morì, il giorno di capodanno del 1980, il PSI era da tempo guidato da Bettino Craxi, suo delfino politico, che era divenuto segretario del partito nel congresso del 1976, con il decisivo appoggio di Nenni.È sepolto presso il Cimitero del Verano di Roma.
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