22 luglio 2015
22 luglio 2011 - La strage di Utoya in Norvegia
Con la locuzione attentati del 2011 in Norvegia ci si riferisce a due attacchi terroristici coordinati volti ad attaccare il governo della Norvegia, un seminario politico estivo e la popolazione civile avvenuti nella città di Oslo e sull'isola di Utøya il 22 luglio 2011, che causarono in totale 77 vittime.
ll primo attacco consistette nell'esplosione di un'autobomba col bagagliaio imbottito di ANFO nel centro di Oslo, precisamente nel quartiere Regjeringskvartalet (ove si trovano i palazzi del governo norvegese), avvenuta alle ore 15:25:22.L'automobile era stata parcheggiata di fronte al palazzo ospitante l'ufficio del primo ministro norvegese Jens Stoltenberg; nell'esplosione morirono otto persone e 209 rimasero ferite, di cui dodici gravemente.
Il secondo attacco avvenne meno di due ore dopo sull'isola di Utøya, nel Tyrifjorden, ove era in corso un campus organizzato dalla sezione giovanile del Partito Laburista Norvegese. Un uomo vestito con una strana uniforme simile a quella della polizia e provvisto di documenti falsi giunse sull'isola e aprì il fuoco sui partecipanti al campus, uccidendone 69 e ferendone 110, di cui 55 in maniera grave.
Fu l'atto più violento mai avvenuto in Norvegia dalla fine della seconda guerra mondiale.
Il responsabile degli attentati, Anders Behring Breivik, 32enne norvegese simpatizzante dell'estrema destra, fu arrestato in flagranza ad Utøya.Rinviato a giudizio, fu processato tra il 16 aprile e il 22 giugno 2012 a Oslo; in tribunale affermò di aver compiuto gli atti per mandare un "messaggio forte al popolo, per fermare i danni del partito laburista" e per fermare "una decostruzione della cultura norvegese per via dell'immigrazione in massa dei musulmani". Riconosciuto unico responsabile e sostanzialmente sano di mente, il 24 agosto seguente Breivik fu condannato a 21 anni di carcere (pena massima dell'ordinamento norvegese), prorogabili di altri 5 per un numero indefinito di volte qualora, a pena scontata, fosse ancora ritenuto socialmente pericoloso.
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